Il Palio di Siena: La storica corsa alimentata da passione e tradizione
Il Palio di Siena è uno degli eventi più antichi e sentiti d'Italia, simbolo di passione e tradizione che attraversa i secoli. Questa corsa di cavalli, che si tiene due volte l'anno nella pittoresca Piazza del Campo, affonda le sue radici nel Medioevo e ancora oggi anima l'intera città di Siena con la stessa intensità di un tempo. Le origini del Palio risalgono al XII secolo, quando si ha testimonianza di una corsa di cavalli legata alla festa di San Bonifacio, patrono dell'antica cattedrale di Siena. Nel corso del tempo, il Palio si è evoluto in una celebrazione in onore della Madonna Assunta, patrona della città. A partire dal XIV secolo, la corsa si tenne il 15 agosto, in concomitanza con la festa dell'Assunta. Nel XVI secolo avvenne un cambiamento significativo: i nobili, che in origine correvano in prima persona, lasciarono il posto ai fantini, abili cavalieri che rappresentavano le varie Contrade di Siena. Nel 1605 il Palio fu ufficialmente spostato nella centrale Piazza del Campo, dove assunse la sua forma moderna. Da allora si svolge due volte l'anno: il 2 luglio in onore della Madonna di Provenzano e il 16 agosto per celebrare l'Assunta. Nel XVII secolo furono introdotte alcune delle regole che ancora oggi caratterizzano il Palio. Tra queste, l'obbligo di correre “a pelo”, cioè senza sella, introdotto nel 1657, e l'assegnazione dei cavalli alle Contrade per sorteggio, pratica introdotta nel 1676 per garantire una competizione leale. Le diciassette Contrade di Siena, ognuna con la propria storia e tradizione, rappresentano l'anima del Palio. Durante la corsa, i cavalli compiono tre giri intorno alla piazza e l'atmosfera è carica di emozioni: L'orgoglio contradaiolo, la rivalità tra le fazioni e il fervore religioso si fondono in un unico, travolgente evento.
È questa miscela di sacro e profano, di competizione e devozione, che rende il Palio di Siena un evento unico. Un aspetto curioso del Palio è il rapporto tra i fantini e le contrade. Nel corso della storia si sono verificati episodi di tradimento e alleanze segrete che hanno contribuito a rendere avvincente e talvolta drammatica la storia della corsa. Tra i fantini più famosi c'è Andrea Degortes, detto “Aceto”, che detiene il record di vittorie nel XX secolo con 14 trionfi. Il Palio di Siena non è solo una corsa, ma una celebrazione della storia, della cultura e dell'identità senese. Ogni anno, migliaia di persone si ritrovano in Piazza del Campo per assistere a questo spettacolo che, pur rimanendo fedele alle sue antiche radici, continua a rinnovarsi, mantenendo viva una tradizione che affascina e coinvolge chiunque vi partecipi. In conclusione, il Palio di Siena è molto più di una semplice competizione.
È un evento di passione, una celebrazione di tradizioni secolari e un rito che unisce la comunità senese, rendendo omaggio alla storia e alla devozione di una città che non smette mai di affascinare. L'organizzazione del Palio di Siena è complessa e regolata da tradizioni secolari. Dieci delle diciassette Contrade partecipano a ogni edizione del Palio. Le sette Contrade che non hanno partecipato al Palio dell'anno precedente partecipano di diritto, mentre le restanti tre vengono estratte a sorte un mese prima della manifestazione. Il sorteggio avviene pubblicamente e le bandiere delle tre contrade estratte vengono issate alle finestre del Municipio per annunciare l'estrazione. Le sette contrade che non partecipano vengono comunque sorteggiate per determinare l'ordine del corteo storico e hanno il diritto di partecipare al Palio dell'anno successivo.
Nel pomeriggio del giorno della corsa, un corteo storico parte dal Duomo e attraversa la città fino a Piazza del Campo. I fantini, dopo aver ricevuto il “nerbo” (una frusta per incitare i cavalli), si schierano alla “mossa”, il punto di partenza della corsa. L'ordine di schieramento è determinato da un meccanismo chiamato “fiasca”, che mantiene segreto l'ordine di partenza fino all'ultimo momento. La decima contrada, detta “di rincorsa”, ha il compito di dare il via alla corsa, entrando in pista al galoppo e facendo scattare il canapo anteriore. La gara, breve ma intensa, consiste in tre giri di pista. Il cavallo che taglia per primo il traguardo, anche senza fantino, vince e la contrada vincitrice festeggia raccogliendo il drappellone, simbolo della vittoria, che viene portato in chiesa e poi conservato nel museo della contrada. I festeggiamenti proseguono per settimane con cene e processioni nel territorio della Contrada vincitrice.