I Bottini di Siena, l’ingegno del medioevo
I Bottini di Siena, l’ingegno del medioevo
La bella città di Siena è rimasta intatta nella sua bellezza medievale, fedele all’originale architettura. Già visitarla in superficie è interessante, ma è una delle poche città che ha dei tesori nascosti nei suoi sotterranei.
Mai sentito parlare dei Bottini di Siena? Un mondo sotterraneo che ci riporta all’epoca in cui l’ingegno medioevale riusciva nell’impossibile. Cunicoli e tunnel che permettono, ancora oggi di alimentare le fontane medioevali presenti in tutta Siena.
La parte attualmente visitabile, solo su prenotazione perché si ha un tour guidato, ci porta a Fonte Gaia, Nuova, d’Ovile e Pescaia. Possiamo visitare il museo dell’Acqua.
Le gallerie sono ad altezza d’uomo. Si percorre solo il tratto che permette di avere una buona facilità di movimento e dove tutto è asciutto. All’interno dei Bottini di Siena ci sono diverse targhe che indicano quanta acqua veniva inviata all’interno delle case che erano dei nobili che si potevano permettere di avere l’acqua corrente in casa. La tecnologia era talmente stupefacente che nel medioevo le famiglie di Siena esibivano questa “magia” come a vantare una ricchezza fuori dal comune.
Le leggende che danno la nascita dei Bottini di Siena
Sicuramente i buctinus sono di costruzione medioevale, ma, come accennato prima, essi risalgono ad una storia ancora più antica. La leggenda parla del grande fiume sotterraneo di Diana, già presente sotto il dominio tomano. Si narra che esisteva un fiume che era in grado di alimentare la popolazione senese. Solo che in realtà, il fiume di Diana, non era altro che una costruzione degli impianti idraulici romani, che vennero poi distrutti nei secoli avvenire.
C’è anche chi dice che in realtà i cunicoli dei Bottini di Siena fossero stati scavati da alcuni homiccioli che avevano intenzione di far crollare Siena su sé stessa e farla annegare in collina. Gli homiccioli, chiamati i “guerci” perché se uscivano fuori, alla luce del Sole, si accecavano, ridussero il sottosuolo di Siena, una vera groviera. La città resisteva e loro continuarono a scavare fino ad arrivare i fiumi e torrenti vicini, 25 chilometri, dove annegarono nelle acque che invasero gli stessi cunicoli.
Il Buctinus
Il documento che ha dato origine ai Bottini di Siena è datato dal 1226, ma, secondo storie non datate, si pensa che questo capolavoro tragga origine da un sistema idraulico romano. Qui ritroviamo una testimonianza di una costruzione idraulica presente già nel 300 D.C di derivazione colonica romana.
I Bottini di Siena altro non sono che gli acquedotti sotterranei che scorrono e si snodano sotto la città di Siena. Il nome deriva da “buctinus”, cioè “botte”. L’idea era quella di avere una botte di acqua che potesse approvvigionare la città che è situata in collina. Lontana da fiumi e torrenti, la bella città toscana, aveva, nel medioevo, un’ottima posizione strategica, ma problemi molto seri per l’approvvigionamento idraulico.
Secondo la storia, l’acqua veniva trasportata nelle botti. La si “raccoglieva” in pianura per trasportarla poi in città. Questo però indicava che c’era un costo alto per coloro che la doveva comprare. Diventava poi un bene indispensabile durante i periodi di assedio.
Fu per questo che venne costruito un capolavoro d’ingegneria idraulica, cioè il buctinus. Il sistema è costituito da grandi caverne scavate nella roccia tenera di derivazione tufacea. I sotterranei di Siena sono pieni di questa tipologia di roccia.
Il sistema si alimenta sia dall’acqua piovana, che riempie un gorello, una sorta di cisterna, e poi si approvvigiona presso dei fiumi e torrenti vicino. Si parla di circa 25 chilometri di cunicoli. Non si percorrono per intero poiché alcuni cunicoli sono realmente impraticabili.
Per visitare i Bottini di Siena è obbligatoria la prenotazione che si può fare tramite e-mail o con contatto telefonico direttamente al Comune di Siena che vi indirizza all’ufficio che si occupa delle visite guidate.
Foto di Charl Durand: https://www.pexels.com/it-it/foto/citta-vacanza-italia-architettura-6593068/